Il giorno più cantato.

Una canzone dalla melodia che mi è sempre sembrata un po’ strana e, forse per questo, originale. Una delle mie canzoni preferite, forse la mia preferita in assoluto.

 

Equipe 84

29 SETTEMBRE

 

Seduto in quel caffè

io non pensavo a te…

Guardavo il mondo che

girava intorno a me…

Poi d’improvviso lei

sorrise

e ancora prima di capire

mi trovai sottobraccio a lei

stretto come se

non ci fosse che lei…

Vedevo solo lei

e non pensavo a te…

E tutta la città

correva incontro a noi.

Il buio ci trovò

vicini

un ristorante e poi

di corsa a ballar sottobraccio a lei

stretto verso casa abbracciato a lei

quasi come se non ci fosse che,

lei e come se non ci fosse che lei.

quasi come se non ci fosse che,

quasi come se non ci fosse che, lei

Mi son svegliato e

e sto pensando a te.

Ricordo solo che,

che ieri non eri con me…

Il sole ha cancellato tutto

di colpo volo giù dal letto

e corro lì al telefono

parlo, rido e tu. tu non sai perché

t’amo, t’amo e tu, tu non sai perché

parlo, rido e tu, tu non sai perché

t’amo t’amo e tu, tu non sai perché

parlo, rido e tu, tu non sai perché

t’amo, t’amo tu, tu non sai perché.

Autori: Renato Angiolini, Lucio Battisti

Per ascoltare questa canzone: https://open.spotify.com/track/0YwIk0dRKHafEhy62wMp0J?si=FJKL3V5ITa6ZHgsF8RgTGA

Letture in corso: Vittoria

Titolo: Victoria

Autore: Daisy Goodwin

Titolo originale: Victoria

Traduzione dall’inglese: Alessandra di Luzio

Casa editrice: Sonzogno

 

Prologo

Kensington Palace, Settembre 1835

La luce fioca dell’alba illuminò una crepa nell’angolo del soffitto. Il giorno prima quell’incrinatura sembrava avere la forma di un paio di occhiali, ma durante la notte un ragno aveva ricamato la sua tela nelle fessure, riempiendone i vuoti, e adesso aveva preso le sembianze d’una corona. Non la corona che portava suo zio, pesante e scomoda, ma il genere di coroncina che solo una regina potrebbe indossare: delicata come un merletto, ma al tempo stesso solida. Dopo tutto la sua testa, come la mamma e Sir John non si stancavano mai di rimarcare, era estremamente piccola: quando sarebbe arrivato il momento, e ormai era solo questione di tempo, avrebbe avuto una corona che le calzasse a pennello.

Sua madre, nel letto accanto al suo, russava. «Nein, nein!» gridava nel sonno, combattendo contro demoni immaginari. Quando sarebbe stata proclamata regina, avrebbe insistito per avere una camera tutta per sé. La mamma avrebbe piagnucolato, ovviamente, e avrebbe detto che voleva solo proteggere la sua preziosa Drina, ma lei sarebbe stata inamovibile: Già s’immaginava mentre pronunciava le seguenti parole: «In qualità di monarca, dispongo della protezione dell’intera Cavalleria Reale, mamma cara. Sarò senz’altro al sicuro nella mia camera.»

Un giorno sarebbe stata regina. Ora ne aveva la certezza. Suo zio il re era anziano e non godeva di buona salute, ed era troppo tardi perché sua moglie, la regina Adelaide, mettesse al mondo un erede. Vittoria – come lei stessa preferiva essere chiamata, benché sua madre e tutti gli altri la chiamassero Alexandrina, o peggio ancora Drina, un diminutivo che trovava più umiliante che vezzoso – non sapeva però quando sarebbe arrivato quel momento.

 

LETTURE IN CORSO: L’ISOLA DEL TESORO

Titolo: L’isola del tesoro

Autore: Robert Louis Stevenson

Titolo originale: Treasure Island

Traduzione dall’inglese, riveduta e aggiornata: Angiolo Silvio Novaro

Casa editrice: Newton Compton editori

 

Capitolo primo. Il vecchio lupo di mare all’ «Ammiraglio Benbow».

Pregato dal cavalier Trelawney, dal dottor Livesey e dal resto della brigata, di scrivere la storia della nostra avventura all’isola del tesoro, con tutti i suoi particolari, nessuno eccettuato, salvo la posizione dell’isola; e ciò perché una parte del tesoro ancora vi è nascosta, – io prendo la penna nell’anno di grazia 17.. e mi rifò dal tempo quando il mio babbo teneva la locanda dell’«Ammiraglio Benbow» e il vecchio uomo di mare dal viso abbronzato e sfregiato da un colpo di sciabola prese alloggio presso di noi. Lo ricordo come se fosse ieri, quando entrò con quel suo passo pesante, seguito dalla carriola che portava il baule. Alto, poderoso, bruno, con un codino incatramato che gli ricadeva sul colletto della sua bisunta giacca blu: le mani ruvide e ragnate di cicatrici, dalle unghie rotte e orlate di nero; e attraverso la guancia, il taglio del colpo di sciabola d’un bianco livido e sporco. Roteò in giro un’occhiata fischiettando tra sé, e poi, con la sua vecchia stridula e tremula voce ritmata e arrochita dalle manovre dell’argano, intonò quell’antica canzone di mare che doveva più tardi così spesso percuotere i nostri orecchi:

Quindici sopra il baule del morto,

Quindici uomini yò-hò-hò,

E una bottiglia di rum per conforto!

Poi con un pezzo di bastone simile a una manovella batté contro la porta e come il mio babbo apparve, ordinò bruscamente un bicchiere di rum. Appena gli fu portato, lo bevve lentamente assaporandolo all’uso dei conoscitori, e intanto seguitava a guardare intorno a sé esaminando le colline e la nostra insegna.

«Questo è un luogo adatto», disse alfine, «e ottimamente situato. Molta gente, amico mio?»

Mio padre rispose che no; poca assai: una desolazione.

«Bene. È l’ancoraggio che fa per me. Ehi, tu», gridò all’uomo della carriola, «vieni, e aiuta a portar su il mio baule. Resterò qui un pezzetto», continuò. «Sono un uomo alla buona, io: rum, prosciutto, uova; altro non mi bisogna, e quella punta lassù per osservar le navi che passano. Il mio nome? Capitano, potete chiamarmi. Ah, capisco ciò che vi preoccupa… Prendete!» E gettò sul banco tre o quattro monete d’oro. «Mi Avvertirete quando sarà finito», aggiunse, con uno sguardo fiero, da comandante.

 

Letture in corso: L’altra parte del mondo.

Titolo: L’altra parte del mondo

Autore: Colleen McCullough

Titolo originale: Morgan’s Run 

Traduzione dall’inglese: Giovanna Scocchera e Fabio Melatti 

Casa editrice: BUR Biblioteca Universale Rizzoli

 

«Siamo in guerra!» gridò Mr. James Thitlethwaite.

Tutti, tranne Richard Morgan, sollevarono il capo e si voltarono in direzione della porta, ingombra di una figura corpulenta che agitava in aria un foglio di carta. Per un attimo il silenzio fu tale che si sarebbe sentito cadere in terra uno spillo. Poi da ogni tavolo della taverna, fatta eccezione per quello a cui sedeva Richard Morgan, si levarono esclamazioni confuse. Richard non aveva prestato troppa attenzione all’annuncio che aveva destato così tanto scalpore: che importanza poteva avere la guerra con le tredici colonie d’America in confronto alla sorte del bimbo che teneva sulle ginocchia? Quattro giorni prima suo cugino James, il farmacista, aveva somministrato al piccolo il vaccino contro il vaiolo e ora Richard Morgan attendeva con ansia crescente che la sostanza iniettata facesse il suo effetto.

«Forza, Jem, leggete» lo sollecitò da dietro il bancone l’oste Dick Morgan, padre di Richard.

Nonostante fosse già mezzogiorno e la luce del sole filtrasse attraverso il vetro delle finestre piombate del Cooper’s Arms, l’ampia sala era in penombra. James Thitlethwaite si avvicinò al bancone per farsi luce con una lampada a olio: dalle tasche del pastrano gli sporgeva l’impugnatura di due pistole da sella. Con gli occhiali a cavallo sulla punta del naso cominciò a leggere ad alta voce e a declamare il contenuto del foglio con intonazioni teatrali.

 

Solo È Solo Una Parola.

Tiziano Ferro
Solo È Solo Una Parola

Il cuore è andato in guerra ma la vita non l’ho persa
È andato, è tornato ed è sgomento ciò che resta
Nutrito dai ricordi e dalle immagini che furono
Fu tanto tanto amore, entri l’odio ora è il suo turno
In questa casa ormai di luce non ne entra più
Ti piace stare solo ma a me molto più di te
Però che strano ancora adesso la cosa non consola
Asciugo il pianto e mi ripeto
Che solo è solo una parola
È tanto che volevo dirtelo adesso è tardi
Quanto per riuscire a dirmelo invece parti
E partirò anche io e partirà una sfida
E partirà anche quella cosa
Che ora non mi sembra vita
Penso a te che pensi a me
E una vita si allontana
Guardo te che guardi che
Finisce un’altra epoca
E mentre inesorabile il tempo non consola
Sto solo ma sorrido e penso
Che solo è solo una parola
Solo, solo, solo, solo
Solo è solo una parola
Solo, solo, solo, solo
Solo è solo una parola
L’amore stringe agli angoli la felicità
La mette in gioco, la smentisce, la educa
E dimentico però dimentico solo il rancore
Perché solo è solo una di mille parole
Penso a te che pensi a me
E una vita si allontana
Guarda te che guardi che
Finisce un’altra epoca
E mentre inesorabile il tempo non consola
Sto solo ma sorrido e penso
Che solo è solo una parola
Ho scritto le risposte anche senza le domande
Perché ne ho di enigmi e dubbi
Rispediti al mittente
E tutte quelle lettere a Dio sono scommesse
E tutte quelle lacrime oggi sono promesse

Io sono un cazzo di soldato senza una guerra
Ed esito, barcollo ma non mi ci vedi a terra
E rido perché so che tornerò ad amare ancora
E urlo a chi vorrà ascoltare
Che solo è solo una parola
Solo, solo, solo, solo
Solo è solo una parola
Penso a te che pensi a me
E una vita si allontana
Guardo te che guardi che
Finisce un’altra epoca
E mentre inesorabile il tempo non consola
Sto solo ma sorrido e penso
Che solo è solo una parola

(Autore: Tiziano Ferro)

Guarda il video qui: https://www.youtube.com/watch?v=VpZFesysrmQ

Ascolta il brano qui: https://open.spotify.com/track/4EnsMtNJ7vEcHgKWWBP7l1?si=ubFQ5ScwRPGIPZIgLG8itQ

 

Ovunque sia……. portami via!

Fabrizio Moro

PORTAMI VIA

 Tu portami via

Dalle ostilità dei giorni che verranno

Dai riflessi del passato perché torneranno

Dai sospiri lunghi per tradire il panico che provoca l’ipocondria

Tu portami via

Dalla convinzione di non essere abbastanza forte

Quando cado contro un mostro più grande di me

Consapevole che a volte basta prendere la vita così com’è

Così com’è

Imprevedibile

Portami via dai momenti

Da questi anni invadenti

Da ogni angolo di tempo dove io non trovo più energia

Amore mio portami via

Tu portami via

Quando torna la paura e non so più reagire

Dai rimorsi degli errori che continuo a fare

Mentre lotto a denti stretti nascondendo l’amarezza dentro a una bugia

Tu portami via

Se c’è un muro troppo alto per vedere il mio domani

E mi trovi lì ai suoi piedi con la testa fra le mani

Se fra tante vie d’uscita mi domando quella giusta chissà dov’è

Chissà dov’è

È imprevedibile

Portami via dai momenti

Da tutto il vuoto che senti

Dove niente potrà farmi più del male ovunque sia

Amore mio portami via

Tu

Tu sai comprendere

Questo silenzio che determina il confine fra i miei dubbi e la realtà

Da qui all’eternità tu non ti arrendere

Portami via dai momenti

Da questi anni violenti

Da ogni angolo di tempo dove io non trovo più energia

Amore mio portami via

Autori: Fabrizio Moro, Roberto Cardelli

Per ascoltare questa canzone: https://open.spotify.com/track/4ojzCtH1oOVOFQD5ZqPfwd?si=w6MimfEwSKGjTYFu50cbXQ

Dedicata a te!

Non so perché ti piacesse, non te l’ho mai chiesto, forse ti ricordava qualcosa. La metto qui, pensando a te. 

Claudio Baglioni

IO SONO QUI

Dove sono stato in tutti questi anni

Io me ne ero andato a lavarmi i panni

Dagli inganni del successo

A riscoprirmi uomo

Io sempre lo stesso

Più grigio ma non domo

Siamo tutti dentro la storia tardi o presto

E io sono qui

Tutti in libertà provvisoria in arresto o a nasconderci

E dove eravamo rimasti chissà dove

Ma io sono qui

Forse prigionieri o fuggiaschi forse altrove

A difenderci

La realtà mi ha fatto atterrare

Il mio errore fu di errare

E non ero un eroe

Ma sono vivo

E sono qui

E vengo dentro a prenderti

Da solo disarmato innamorato

Tu devi arrenderti

Ci sono io e sono qui

Con la pazzia di stringerti

Mi hai perquisito gli occhi

E sai sono pulito

Non posso ucciderti mai più

E si torna a scendere in pista un altro viaggio

E io sono qui

Non perdiamoci più di vista nel coraggio

Di riprenderci

Dentro l’abito della festa quello scuro

Ora sono qui

L’unica paura che resta del futuro

È di non esserci

Tra sparare oppure sparire

Scelgo ancora di sperare

Finché ho te da respirare

Finché ho un cielo da spiare

Per sapere che

Io sono vivo e sono qui

E vengo dentro a prenderti

Da solo disarmato innamorato

Tu devi arrenderti

Ci sono io e sono qui

Perché ora so pretenderti

Far fuori la tua scorta

E fuori dalla porta

Sarò ad attenderti così

E scriverò il mio nome

Sui fogli della gente

Fino a sapere come

Mi chiamo e non chi sono veramente

Ma quaggiù sto a chiedere perdono

Se sono un uomo giusto

Ma sono giusto un uomo

Sono qui

E vengo dentro a prenderti

Da solo disarmato innamorato

E devi arrenderti

Se sono io e sono qui

E resto qui a viverti per vivere

Da qualche parte

A mettere le porte al vento

Per questo sono qui

 

Per ascoltare questa canzone: https://open.spotify.com/track/6i8QB3zPKVYql4O7FmlFOf?si=bkeprRBlS4WaW7sPNZW6bQ

Il video: https://www.youtube.com/watch?v=3kjmaEDVTy4

L’Italia È Di Tutti

Fabrizio Moro

L’Italia È Di Tutti

Tra la sconfitta e la vittoria il nostro paese ha la sua grande storia

a volte deriso poi massacrato preso a sassate in un grande teatro

lasciato da solo come un bambino che cerca la mano per il suo cammino

amato ed odiato a volte cambiato da facce spietate con un bel vestito

L’Italia è di tutti di chi l’ha incontrata negli anni di piombo nell’acqua passata

di chi è stato zitto con troppa omertà di chi gli ha negato la verità

di quelli che stanno coi piedi per terra di chi l’ha difesa facendo la guerra

l’Italia che sogna l’Italia che piange il 2 agosto Bologna

L’Italia è di tutti l’Italia è di tutti

L’Italia è di tutti l’Italia è di tutti

Il nostro paese nella sua dolce vita gridando ha strappato la bocca cucita

coi lividi addosso e il volto riflesso in una bandiera un poco sbiadita

l’ho visto da dietro a un telegiornale sdraiato sul letto di un ospedale

le scarpe di fango le mani di legno e gli occhi arrossati da lacrime amare

L’Italia è di tutti di chi vuole amarla di chi è stato male soltanto a guardarla

di chi l’ha umiliata dicendo ” lo giuro” e poi gli ha negato persino il futuro

di un vecchio che è stanco ma infondo ne è fiero e si commuove pensandola in bianco

e nero

l’Italia che cade e rialza la testa e rialza la testa

L’Italia è di tutti l’Italia è di tutti

L’Italia è di tutti l’Italia è di tutti

Di chi ha un grande vuoto nell’immaginario è di uno studente universitario

di chi poi si è arreso ed è andato via e la pensa ogni tanto con malinconia

le mani pulite le menti tradite di quelli di troppe promesse mancate

di chi sopravvive nel suo dormiveglia dei morti per mano di un capofamiglia

L’Italia è di tutti l’Italia è di tutti

L’Italia è di tutti l’Italia è di tutti

L’Italia è di tutti l’Italia è di tutti

L’Italia è di tutti l’Italia è di tutti

Stringiti ancora un po’ a me per dare un senso alla vita

siamo una parte di questo io e te

 

Per ascoltare la canzone: https://open.spotify.com/track/5rb9BKv5trJKNT3ARLHHaA?si=kwBXVu8GQ2KGES-3_My1_g

 

Il mio orizzonte è solo vivere.

Amo Claudio Baglioni e questa canzone, quando uscì nell’ormai lontano 1999, mi ha aiutata a superare un brutto momento.

Claudio Baglioni

CUORE DI ALIANTE

Io l’ombra che andò via

Costeggiando il muro o restando lì

L’uomo che cercò la sua profezia

Dritto nel futuro e poi si smarrì

Suono di tam tam e io ci ballo su

Da tutta una vita fulminea

Come un viaggio in tram che ti siedi giù

È il capolinea

Io l’onda che si alzò

Su dal mare scuro dell’umanità

L’urlo che si udì quando rimbalzò

Forte sul tamburo della libertà

Sogno di colei che è la mia follia

Mai questa ferita rimargina

Che dai libri miei ha strappato via

L’ultima pagina

Sono acqua di foce ed è una croce

Non sapere mai se la mia voce

È fiume o oceano

E non c’è no fiume

Che due volte sia capace

Di bagnarmi e darmi pace

Perché il tempo se ne va e tutto tace

Io resto qua nell’irrealtà

Dell’immenso velo del mio cielo a metà

Sarà una nuova età o solo un’altra età

Il volo di un eterno istante

Nel mio cuore di aliante

Io l’indio che partì

Nel cammino duro di cercare se

L’arco che lanciò una freccia qui

Dentro un cuore puro luogo che non c’è

Sonno di amnesie che non dormo più

Ma non ho finito di esistere

Con queste energie cresco la virtù

Di resistere

Sono acqua di fonte che al suo monte

Non può ritornare e il mio orizzonte

È solo vivere

E vivere da solo

Come un sasso di un torrente

Che non ferma la corrente

Perché il tempo se ne va e lascia niente

Io resto qua nell’irrealtà

Dell’immenso raggio del mio viaggio a metà

Sarà una nuova età o solo un’altra età

Il volo di un eterno istante

Nel mio cuore di aliante

A combattere il tempo come si fa

Si può battere solo

A tempo di musica

Non ti abbattere al tempo che se ne va

Lo puoi battere ancora

A tempo di musica sul tempo che va

A tempo di musica nel tempo che va

Io resto qua nell’irrealtà

Dell’immenso fondo del mio mondo a metà

Sarà una nuova età o solo un’altra età

Il volo di un eterno istante

Nel mio cuore di aliante

Io (a combattere il tempo)

L’ombra che andò via (come si fa)

Costeggiando il muro (si può battere solo)

O restando lì (a tempo di musica)

L’uomo che cercò (non ti abbattere al tempo)

La sua profezia (che se ne va)

Dritto nel futuro (si può battere ancora)

E poi si smarrì (a tempo di musica sul tempo che va)

A tempo di musica

 

Ascolta qui: https://open.spotify.com/track/3AN1ybFktpabrJgYD50ZUH?si=smy8qy6rTga6a-tj-KOaNA

Video: https://www.youtube.com/watch?v=fBAhowURgmM

PRIMA DI PARTIRE PER UN LUNGO VIAGGIO

Irene Grandi

PRIMA DI PARTIRE PER UN LUNGO VIAGGIO

Prima di partire per un lungo viaggio

Porta con te la voglia di non tornare più

Prima di non essere sincera

Pensa che ti tradisci solo tu

Prima di partire per un lungo viaggio

Porta con te la voglia di non tornare più

Prima di non essere d’accordo

Prova ad ascoltare un po’ di più

Prima di non essere da sola

Prova a pensare se stai bene tu

Prima di pretendere qualcosa

Prova a pensare a quello che… dai tu

Non è facile però

È tutto qui

Non è facile però

È tutto qui

Prima di partire per un lungo viaggio

Porta con te la voglia di adattarti

Prima di pretendere l’orgasmo

Prova solo ad amarti

Prima di non essere sincera

Pensa che ti tradisci solo tu

Prima di pretendere qualcosa

Prova a pensare a quello che… dai tu

Non è facile però

È tutto qui

Non è facile però

È tutto qui

Non è facile però

È tutto qui

Prima di pretendere qualcosa

Prova a pensare a quello che… dai tu

Autori: Roberto Drovandi, Gaetano Curreri, Vasco Rossi

Ascolta la canzone: https://open.spotify.com/track/7EURXaCUASIJgd2wxFD1pk?si=WZNNVwV1RcSbH7TxAOA5Uw

Video: https://www.youtube.com/watch?v=fABiEMP7qVk