Letture in corso: L’altra parte del mondo.

Titolo: L’altra parte del mondo

Autore: Colleen McCullough

Titolo originale: Morgan’s Run 

Traduzione dall’inglese: Giovanna Scocchera e Fabio Melatti 

Casa editrice: BUR Biblioteca Universale Rizzoli

 

«Siamo in guerra!» gridò Mr. James Thitlethwaite.

Tutti, tranne Richard Morgan, sollevarono il capo e si voltarono in direzione della porta, ingombra di una figura corpulenta che agitava in aria un foglio di carta. Per un attimo il silenzio fu tale che si sarebbe sentito cadere in terra uno spillo. Poi da ogni tavolo della taverna, fatta eccezione per quello a cui sedeva Richard Morgan, si levarono esclamazioni confuse. Richard non aveva prestato troppa attenzione all’annuncio che aveva destato così tanto scalpore: che importanza poteva avere la guerra con le tredici colonie d’America in confronto alla sorte del bimbo che teneva sulle ginocchia? Quattro giorni prima suo cugino James, il farmacista, aveva somministrato al piccolo il vaccino contro il vaiolo e ora Richard Morgan attendeva con ansia crescente che la sostanza iniettata facesse il suo effetto.

«Forza, Jem, leggete» lo sollecitò da dietro il bancone l’oste Dick Morgan, padre di Richard.

Nonostante fosse già mezzogiorno e la luce del sole filtrasse attraverso il vetro delle finestre piombate del Cooper’s Arms, l’ampia sala era in penombra. James Thitlethwaite si avvicinò al bancone per farsi luce con una lampada a olio: dalle tasche del pastrano gli sporgeva l’impugnatura di due pistole da sella. Con gli occhiali a cavallo sulla punta del naso cominciò a leggere ad alta voce e a declamare il contenuto del foglio con intonazioni teatrali.

 

Letture in corso: La Guerra delle Rose. La battaglia di Ravenspur.

Titolo: La Guerra delle Rose. La battaglia di Ravenspur

Autore: Conn Iggulden

Titolo originale: Wars Of Roses. Ravenspur: Rise Of The Tudors

Traduzione dall’inglese: Paola Merla

Casa editrice: Piemme

 

Sulle pietre del castello di Pembroke, avvolto nelle spire del fiume, rosseggiava il sole invernale. Al di sopra delle mura svettava il mastio, alto come una cattedrale e quasi altrettanto fiero. Sulla strada che portava all’androne d’ingresso lo sconosciuto appoggiò entrambe le mani sul pomo della sella, facendo scorrere il pollice sul cuoio ruvido. Il cavallo stanco lasciava ciondolare il muso, non trovando niente da brucare sulla nuda pietra. A confronto con le figure dei soldati di guardia sul cammino di ronda, Jasper Tudor aveva l’aspetto di un rozzo pastore, scuro, e i capelli, lunghi fino alle spalle e ridotti a una massa sudicia e compatta simile a un panno infeltrito, gli lasciavano il viso in ombra ora che il sole stava tramontando e il giorno cominciava a morire intorno a lui. Nonostante la stanchezza, gli occhi erano attentissimi e sorvegliavano ogni movimento in alto sulle mura. Tutte le volte che una guardi si girava verso il cortile interno o guardava un ufficiale giù in basso, Jasper osservava, ascoltava e giudicava, tanto che capì immediatamente come la notizia della sua presenza avesse richiamato sulle mura il signore del castello. Sapeva quanti gradini avrebbe dovuto salire il nuovo conte per raggiungere la porta esterna rinforzata da sbarre di ferro, solo la prima di una dozzina di difese contro gli assalti nemici.